Via istituzionale per cercare di risolvere la crisi
Ricordate i capponi di Renzo Tramaglino? È un’immagine ricorrente nel panorama politico e sociale dell’Italia repubblicana.
Le sventurate bestiole, caricate sulle spalle del “promesso sposo” manzoniano, invece di prendersela con Renzo, il quale le stava portando ad immolarsi all’Azzeccagarbugli, si beccavano tra loro.
È accaduto in ambito sociale. I capponi in quel caso erano (e sono) rappresentati dalla categoria dei “lavoratori dipendenti e dei “piccoli imprenditori”. Dividi et impera, col risultato che entrambe le categorie si odiano ma se la passano male.
Ora accade in ambito politico. Salvini e Di Maio si beccano. Berlusconi e i 5 Stelle pongono veti incrociati. Anche il PD incrocia … ma le braccia.
A Mattarella non resta che la via dell’incarico istituzionale alla seconda carica dello Stato: il Presidente, o meglio la “presidenta” del Senato.
Il neo della strategia
Maria Elisabetta Alberti Casellati, è una fedelissima di Silvio Berlusconi. C’è da ritenere che il suo comportamento ricopra i canoni della via istituzionale. Ma non tutti a Montecitorio ne sono certi.
Vero è che l’incarico, se viene analizzato strettamente sotto l’aspetto politico, è stato assegnato ad una esponente di una forza politica che numericamente è d’ostacolo ad un accordo di base tra Lega e 5 Stelle.
Le posizioni dei gruppi sono note. Salvini ha ribadito che il Centro-Destra sarebbe indissolubile. Di Maio non vuole Berlusconi. Forza Italia non vuole i 5 Stelle. Il PD sta alla finestra e per il momento non si schiera.
Uno stallo che potrebbe anche divenire insormontabile se qualcuno non farà un minimo di concessioni.
Si inizia a pensare che il paventato ritorno alle urne si profili all’orizzonte. Le soluzioni infatti scarseggiano. Una potrebbe essere, come sappiamo, un’alleanza tra Lega e 5 Stelle. Ma per Salvini, più ancora che una questione di fedeltà comporterebbe il rendersi subordinato a Di Maio. In quel caso avremmo infatti uno squilibrio di forze a favore dei pentastellati di 33 a 17.
Il M5S invece vuole escludere Berlusconi adducendo ragioni etiche. Ma anche qui esiste un risvolto utilitaristico. Se il Centro-Destra partecipasse unito alla formazione del Governo, il subordine sarebbe di Di Maio nella misura di 37 a 33.
Resta poi un’ultima considerazione: il famoso “qui prodet”, ovvero “a chi giova”. Il ritorno alle urne sarebbe ideale per chi? Forse la risposta a questa domanda nasconde i motivi dello stallo della crisi.
Le consultazioni di Maria Elisabetta Casellati si svolgeranno a Palazzo Giustiniani. Dopo aver ricevuto l’incarico, non sarà la Presidente del Senato a riferire ai giornalisti alla Loggia d’Onore, ma il Segretario Generale Ugo Zampetti.
La Casellati è la seconda donna a ricevere un incarico esplorativo, dopo Nilde Jotti nel 1987.